Il Tar del Lazio – ha dichiarato il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani – con la sentenza relativa alla modalità di costituzione del Consorzio unico industriale regionale, finalmente, ha ribadito un principio che sembrava essere stato dimenticato da più di qualcuno. Dopo lo scioglimento dei Consorzi industriali, infatti, i singoli soci, ivi compresi i Comuni, avranno la massima libertà e autonomia in merito all’adesione al nuovo consorzio regionale che, a questo punto, diventa solo una delle possibili strade ma non certamente l’unica. La sentenza, infatti, alla pagina 20 recita testualmente:
Va escluso, inoltre, che dall’assunzione di tutte le attività e le funzioni dei preesistenti consorzi in capo a quello istituito dall’art. 40 della legge reg. in esame discenda pregiudizio dell’autonomia e alla libertà di associazione dei soggetti privati che, ai sensi del comma 2, lett. c) del citato art. 40, entrano a far parte del consorzio unico, in quanto permane la libertà degli stessi, per il futuro, di organizzarsi diversamente, fuoriuscendo dal consorzio stesso.
L’art. 40, comma 2, della l. r. n. 7 del 2018 si limita, infatti, a prevedere la composizione del consorzio unico, indicando i soggetti che possono farne parte in modo identico a quanto prevedeva la l.r. del 1997. L’automaticità della partecipazione serve solamente a garantire gli enti e i soggetti oggi componenti i consorzi industriali oggetto di soppressione, che confluiranno automaticamente appunto nel consorzio unico senza necessità di ulteriori adempimenti ed incombenti, salva ovviamente una loro diversa volontà e determinazione.
Ciò significa che se la visione del Consorzio unico dovesse risultare in contrasto con gli interessi dei singoli territori, in special modo del Capoluogo e dei Comuni del circondario, procederemo alla costituzione di una differente formula per un nuovo ente pubblico-economico, che rispetti effettivamente i principi della autonomia e del federalismo locale. Del resto, nel corso degli ultimi anni, il criterio di Roma ‘asso pigliatutto’ non solo non ha funzionato, ma ha contribuito addirittura a drenare le risorse delle province verso la capitale, sia sulla materia dei trasporti che su quella sanitaria. Non vogliamo ulteriori sorprese, allora, in danno dei nostri territori ed abbiamo strumenti e capacità per organizzarci, da soli, con le associazioni di categoria che non sacrificheranno, sull’altare di qualche poltrona, gli effettivi interessi delle aree in cui viviamo.