Caffè corto o lungo: ma qual è davvero il migliore? 1

Caffè corto o lungo: ma qual è davvero il migliore?

È una delle diatribe che maggiormente hanno fatto la storia e che, ancora oggi, portano tantissime persone a discutere: più della questione sull’uovo o la gallina c’è, soprattutto nella cultura italiana che lo contempla come bevanda fondamentale per iniziare la propria giornata, un altro interrogativo che porta a discutere diverse persone; meglio il caffè corto o lungo? È evidente che il caffè sia una bevanda che si presta a diverse tipologie di preparazione: al giorno d’oggi, con i moderni macchinari e con tecnologie che permettono di creare anche delle bevande più originali, il caffè può essere trattato praticamente in qualsiasi modo, ma resta la solita dicotomia tra caffè corto o lungo che anima tantissime persone, soprattutto quando c’è bisogno di realizzare un buon caffè in casa.

Soprattutto all’interno della cultura italiana, in effetti, il caffè rappresenta una vera e propria istituzione: consumato a colazione, durante le caratteristiche pausa caffè in ufficio, alla fine di un pranzo o il pomeriggio, per risvegliarsi da quel torpore e da quel sonno che arriva subito dopo aver mangiato. Insomma, di caffè se ne consumano tanti all’interno della propria giornata e, ogni volta, la domanda resta sempre la stessa: meglio realizzarne uno corto o lungo? Per riuscire a capire qual’è davvero il miglior caffè, è importante considerare le caratteristiche di entrambe le tipologie.

Le caratteristiche di un caffè corto (o espresso)

Le persone che non vivono in Italia lo chiamano espresso, utilizzando un nome che ormai è diventato da antonomasia, partendo dalla caratteristica marca di caffè che è diventata, ormai, un modo per definirlo: noi possiamo chiamarlo caffè corto o ristretto, ma la sostanza resta la stessa. Si tratta di quel caratteristico caffè che viene consumato all’interno della tazzina a colazione, per svegliarsi e per riuscire ad affrontare la giornata nel migliore dei modi: ma quali sono le caratteristiche fondamentali di questo caffè? Di base, ciò che cambia tra le tue preparazioni non è tantissimo, dal momento che la differenza sostanziale è definita dalla quantità di acqua che viene contenuta dal caffè e che viene utilizzata all’interno della moka o della macchinetta del caffè che si utilizza in casa o al bar.

È chiaro che un caffè corto o ristretto sia realizzato con una dose inferiore di acqua, ottenendo un gusto sicuramente più caratteristico e pungente: il caffè corto, infatti, spicca per il suo aroma intenso e per una consistenza maggiormente cremosa, che gli permette di essere immediatamente riconoscibile. Per certi versi, potremmo definire il caffè corto come quello che permette di tenere svegli, ovvero quel caffè che immediatamente spicca per le sue caratteristiche e che, se si sta vivendo un momento di eccessivo relax, al mattino o dopo aver pranzato, di sicuro permetterà di tornare immediatamente lucidi per fare tutto ciò che si deve.

Caffè lungo… o semplicemente caffè americano?

Come detto precedentemente, la vera differenza tra un caffè corto e un caffè lungo è determinata dalla quantità di acqua che si utilizza all’interno della moka o della macchinetta del caffè. Ne consegue che il caffè lungo sia meno ristretto rispetto al precedente, perdendo di consistenza, ma guadagnando un sapore molto più morbido e delicato, con una texture più corposa che permette di vivere l’esperienza del caffè in maniera differente. Spesso, però, c’è grande confusione quando si parla di caffè lungo, la quale è anche alla base di parte delle polemiche che si generano sul caffè.

È una credenza errata quella secondo la quale il caffè lungo sia, automaticamente, annacquato: ciò rappresenta quasi il residuo di una cultura che ha creato il caffè americano e che ha portato questa bevanda a diventare molto diversa rispetto a ciò che era in origine. Il caffè americano non è un caffè lungo, bensì un caffè lungo che viene ancora più annacquato per generare una bevanda che sia completamente diversa rispetto al caffè: per certi versi, potremmo definire il caffè americano quasi come una tisana, ovvero una bevanda calda che va sorteggiata poco alla volta per riscaldarsi e per mantenere il gesto più a lungo, rispetto al caffè. Insomma, non bisogna confondersi, dal momento che il caffè lungo non certamente perde di gusto, ma solo di intensità, pur conservando tutto il suo valore.

Insomma: qual’è davvero il migliore?

Ci ritroviamo al punto di partenza, dopo aver elencato le caratteristiche di entrambe le tipologie di caffè; qual è allora davvero il migliore? La risposta è semplice: nessuno dei due. Come sempre, quando si tratta di consumare una bevanda o di rapportarsi ad una determinata cultura alimentare, non esiste una risposta in termini assoluti, ma soltanto una classificazione che ha a che fare con il gusto e con le esigenze di una singola persona: c’è da dire, ancora, che la risposta potrebbe cambiare a seconda dei momenti della giornata, dal momento che al mattino è sicuramente meglio un caffè più corto per svegliarsi e per ottenere un aroma più intenso, mentre di pomeriggio, se ci si vuole rilassare, forse un caffè lungo è meglio. Ciò che importa, in ogni caso, è che il caffè sia perfetto e di buon gusto: sarebbe imperdonabile bere un caffè che ha un cattivo gusto e che non riesce a donare quella sensazione di piacevolezza quando se ne sorseggia uno! Ecco perché consigliamo di fare affidamento al sito di pasqualiniilcaffe.it, dove sarà possibile acquistare un caffè pregiato scegliendo tra tutte le varie tipologie di ingredienti.

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