Autonomia delle banche centrali messa in discussione dall’ingerenza dei governi? Parrebbe di sì. Qualche giorno fa, in un rapporto viene spiegato come il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha intenzione di declassare legalmente quello della Federal Reserve Jerome Powell. Il motivo? Vedute differenti sulla politica monetaria, con Trump ha chiedere maggiori stimoli.
In Italia, il Governo gialloverde ha avanzato una proposta di legge che conferirebbe maggiori poteri all’esecutivo sulla nomina dei membri della Banca d’Italia. Critiche pubbliche ad Ignazio Visco, attuale governatore di Bankitalia, da parte dei due partiti di colazione non sono certo mancate.
Ma cosa spingerebbe i governi a minare l’autonomia delle banche centrali? Principalmente tre motivi: vigilanza bancaria, politica monetaria non convenzionale e condotta standard.
La condotta standard è quella che maggiormente muove le intemperanze del presidente statunitense. Powell, nonostante le critiche provenienti dalla Casa Bianca, non ha nessuna intenzione di mollare. “La legge mi ha concesso un mandato per quattro anni e intendo osservarlo in pieno”, ha affermato. “La Federal Reserve è un’istituzione indipendente da qualsiasi controllo politico diretto e questa caratteristica è da sempre considerata basilare per un’economia solida”.
Anche in Italia il governo Lega-Cinque Stelle sta valutando se rinnovare il mandato al governatore Visco, accusato di vigilare poco sulla banche italiane. Negli ultimi anni, le ricapitalizzazioni nel sistema bancario sono state diverse.
Trump, oltre alle critiche al presidente della Fed, ha avuto da dire anche nei confronti di Mario Draghi, numero uno della BCE, dopo che un suo discorso aveva fatto scendere il prezzo dell’euro nei confronti del dollaro. In pratica, Draghi aveva dichiarato che potrebbero essere necessari ulteriori stimoli per far ripartire la crescita economica ai livelli di un anno fa, ed aveva anche risposto alle osservazioni del presidente statunitense dicendo che “il mandato e l’obiettivo della Banca Centrale Europea è di garantire la stabilità dei prezzi e non di manipolare il tasso di cambio”.