Perché anche le mascherine devono essere certificate?
Difficili da reperire, introvabili nei momenti più ostici, le mascherine sono diventate un autentico bene raro, più care dell’oro nonostante i prezzi calmierati e sempre esaurite in tutti i punti vendita.
Incredibile ma vero il nuovo business planetario è un elastico che si infila dietro le orecchie, un tessuto grande 33 centimetri per 25 che si mette sopra bocca e naso.
Come accade con altri beni rari c’è chi, per fare soldi, gioca sporco. Ma cosa a accade a queste persone? E invece quali sono le conseguenze per chi utilizza mascherine non sicure?
Mascherine non certificate: gli effetti
I rischi per chi le vende sono seri, non tanto come per chi spaccia droga ma quasi.
Si va incontro, infatti, a reati penali a guai con la giustizia, sequestri e severissime multe.
Chi le indossa, invece, non ha conseguenze immediate ma non si protegge a dovere dal virus.
E’ vero che avere un panno davanti la bocca, di qualsiasi tipo, è sempre meglio di niente ma non protegge completamente le persone.
E’ altrettanto vero che il rischio maggiore sono le mani perché toccando il contagio avviene toccando i liquidi corporei e poi sfregandosi bocca, orecchie, naso e occhi.
Le mascherine più estrose
In questo modo nel mercato circola di tutto: dispositivi dai colori sgargianti, con la bandiera italiana impressa, con i loghi delle squadre di calcio, realizzate con i jeans, in cotone o in seta. Solo per fare alcuni esempi. Una condizione che, nel complesso, non è sfuggita all’Olaf (Ufficio europeo per la lotta antifrode).
L’appello dell’Olaf già il 20 marzo
“Prevenire l’ingresso di prodotti contraffatti in Europa – aveva scritto l’Ente – è fondamentale per proteggere la nostra salute e lottare contro il virus”.
I rischi maggiori riguardano proprio i bambini perché i truffatori stanno mettendo in commercio prodotti non sicuri, low cost, ma griffati o con i protagonisti dei cartoni animai più amati dai bambini come Frozen, Paw Patrol, personaggi Disney e via di seguito.
La Finanza sta dedicando tantissima attenzione all’ingresso di materiale falso, non certificato e non sicuro nell’ambito di un servizio che ha interessato tutte le regioni d’Italia.
Occhio ai pezzi di stoffa
La crescita esponenziale della domanda, insomma, ha innescato una spirale spaventosa su presidi sanitari falsi e inefficaci che si è sviluppata lungo due assi: da un lato chi cerca di immettere nel mercato delle repliche artefatte delle uniche mascherine capaci di garantire una reale sicurezza, seppure con livelli diversi: le chirurgiche, le Ffp2 e le Ffp3.
Dall’altro, invece, si è cercato di nobilitare il valore di semplici pezzi di stoffa con un elastico da mettere dietro l’orecchio.